Con l’arrivo della bella stagione e la cosiddetta “prova bikini” ci si butta a capofitto nella dieta più in voga, che promette di farci ritrovare il peso forma in poco tempo.. Purtroppo però è così che il nostro organismo si rovina, perde il suo equilibrio e diventa difficile recuperare benessere e salute.
Fin dall’antichità il cibo ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale per la vita e il benessere dell’uomo, Ippocrate diceva: “Fa che l’alimento sia la tua medicina”. Purtroppo con il passare del tempo il nutrimento ha perso questa valenza ed è passato ad avere una funzione di riempimento; non si bada più al fatto che sia sano e nutriente, in generale i meccanismi che portano alla scelta di ciò che mangiamo sono condizionati da alcuni fattori.
- Velocità.Si consumano sempre più piatti pronti, precotti, surgelati, liofilizzati, confezionati. Presi dal vortice di una vita frenetica, non si ha né tempo né voglia di lavare verdure fresche e cucinare nei modi appropriati.
- Risparmio. Il prezzo diventa determinante, senza chiedersi se il basso costo è solo la conseguenza di un cibo povero, industrializzato, composto per lo più da elementi artificiali… per non parlare delle sofisticazioni!
- Compensazione. Spesso si mangia per placare le frustrazioni e i vuoti esistenziali: tutta l’area mascellare è legata allo sfogo dell’aggressività repressa e quindi sfamarsi – così come bere e fumare – esplicano questa funzione.
- Trasgressione. Il cibo è vissuto anche come ricompensa, ha una valenza di piacere, ma il più delle volte mangiamo alimenti che possono farci stare male. Molte persone dicono: “Non mi concedo altro, non togliermi il piacere del cibo”.
Cattivi “maestri”
Noi europei siamo soliti guardare gli Stati Uniti d’America come un territorio che ci impone costumi e spesso “malattie” sociali. Osserviamo ciò che è accaduto e sta accadendo oggi anche nell’ambito dell’alimentazione… non c’è da stare allegri! Gli USA stanno infatti confrontandosi con l’obesità adolescenziale, ormai diventata una questione di “salute pubblica”. La situazione oltreoceano è il risultato della pessima qualità dei cibi assunti (oltre che di uno stile di vita troppo sedentario): bibite zuccherate, fast food e junk food (cibo spazzatura) dal basso valore nutrizionale. Questo fenomeno sta sviluppandosi anche in Europa, dove si stima che 1 bambino su 3 è in sovrappeso; le conseguenze – se non si attua una seria prevenzione in tal senso – saranno molto gravi, portando un’intera società a pagare con costi medici elevati l’insorgenza di malattie legate al sovrappeso, come ad esempio il diabete.
Purtroppo spesso si scelgono delle scorciatoie dannose e, anziché affrontare il problema in modo corretto, si risponde ai chili in eccesso con pericolose soluzioni fai-da-te, magari seguendo la dieta più “in voga”. Questi errori nascono da un cattivo uso del termine dieta. La parola deriva dal greco ( daita ) e significa “regime di vita”; non va pertanto intesa nel senso restrittivo e negativo che ormai le è attribuito ma come un’abitudine da perseguire che, se equilibrata e corretta, è fondamentale nel promuovere uno stato di buona salute. Ma sappiamo in realtà come mangiare, oppure ci abbuffiamo o priviamo di cibo senza valide informazioni? Generalmente non conosciamo a fondo l’importanza dell’alimentazione e per questo siamo preda delle mode del momento o di ciò che viene strillato in televisione o sulle copertine delle riviste. Dobbiamo invece essere maggiormente consapevoli del nostro organismo e dei principi che lo governano, intraprendendo un percorso che ci permetta di vivere al meglio.
Percorsi dietetici
Solitamente la valutazione di un alimento è strettamente legata alle sue calorie; questa abitudine risale al periodo in cui il cibo scarseggiava ed erano messe a punto delle razioni caloriche minime che garantissero la sopravvivenza: da qui la scelta dei prodotti, la misurazione del peso, ecc… Dobbiamo invece trovare il “nostro” stile alimentare: dobbiamo innanzitutto pensare al corpo non come a qualcosa di solido e fisso ma come a un fiume che, scorrendo ininterrottamente, è in continuo cambiamento. Basti pensare alla pelle, che si rigenera continuamente; anche il tessuto adiposo muta completamente nel giro di poche settimane; addirittura il rivestimento interno dello stomaco si rinnova in cinque giorni. Il cibo che ingeriamo è utilizzato dall’organismo proprio per questa funzione: diventiamo ciò che mangiamo. Ogni molecola assimilata può trasformarsi in una parte strutturale, essere utilizzata per creare energia, immagazzinata per un utilizzo futuro oppure eliminata. Mangiando costruiamo il nostro corpo, dovremmo quindi pretendere il materiale migliore!
Il corpo e le sue necessità
L’organismo umano ha bisogno di sostanze chimiche ed energia per poter svolgere le sue funzioni vitali: crescere, mantenersi e riprodursi. Ricava tutto ciò di cui ha bisogno dagli alimenti. Mangiare bene tuttavia non corrisponde sempre a nutrirsi correttamente, il segnale fisiologico dell’appetito non è infatti sufficiente a indirizzare l’individuo verso le scelte giuste, conformi cioè alle esigenze alimentari del suo organismo. Perché ciò si verifichi occorre conoscere da un lato il tipo e la quantità di sostanze necessarie nelle diverse situazioni e condizioni, dall’altro il tipo e la qualità di sostanze presenti negli alimenti e gli apporti nutritivi che con il loro consumo si possono realizzare. Di cosa siamo costituiti? Nel nostro corpo troviamo: proteine, grassi, carboidrati, minerali e vitamine (oltre all’acqua che rappresenta il componente quantitativamente più importante: circa il 60% del peso dell’adulto). Questi sono dunque i principali nutrienti dell’organismo. Più difficile è invece riconoscere i bisogni energetici fondamentali, dal momento che per mantenere le funzioni vitali sono indispensabili reazioni biochimiche e metaboliche che richiedono energia in continuazione: questa può essere tratta dall’utilizzo di composti già presenti nelle cellule dell’organismo stesso (fonte endogena) oppure dagli alimenti (fonte esogena) che, una volta digeriti, entrano nel sistema circolatorio e s mescolano con composti analoghi derivanti dai tessuti organici, costituenti un unico insieme metabolico. Se mancano le fonti esogene alimentari, quelle endogene si impoveriscono e alla fine si esauriscono (portando, nei casi estremi, alla morte).
Il cibo è quindi indispensabile per rifornire questo insieme metabolico: soddisfare i fabbisogni del nostro organismo imparando a scegliere gli alimenti più salutari e distribuirli in modo corretto nell’arco della giornata è un imperativo a cui non possiamo sottrarci. Variare le vivande è importante per assumere tutti i principi nutritivi necessari al nostro benessere ma è fondamentale conoscere anche la natura degli alimenti e a cosa servono. Tuttavia, a prescindere dallo stile dietetico che sceglieremo, la regola da tenere sempre in considerazione è quella di prediligere cibi biologici e che abbiano subito il minimo intervento industriale.
Alimenti, questi sconosciuti
Secondo i testi che si occupano di nutrizione, si definisce alimento qualsiasi sostanza che sia in grado di fornire:
- materiale energetico per la produzione di calore, lavoro o altre forme di energia (protidi, glucidi, lipidi); • materiale plastico per la crescita e la riparazione dei tessuti (protidi e minerali);
- materiale “regolatore” catalizzante le reazioni metaboliche (minerali e vitamine).
Ogni componente nutritivo è utile al nostro corpo se assunto nella giusta percentuale e se dovessimo proporre una piramide “ideale” troveremmo questo schema: proteine per il 15-20%, grassi per il 20-25%, carboidrati per il 60%, cibo preferito per il 2%. Lo stile alimentare che ci garantisce benessere è un insieme di scelte che vanno introdotte nella nostra vita con consapevolezza, deve poter essere messo in pratica quotidianamente e senza stress, non deve togliere il piacere sano di mangiare un cibo buono e gustoso né creare sensi di colpa, generando a poco a poco un radicato senso di armonia.