di Lidia La Marca
“Ho le regole”, “Sono indisposta”, “Ho il ciclo” sono alcune delle definizioni più frequenti e fantasiose che le donne utilizzano da secoli per raccontare la mestruazione: spesso, ancora oggi, ne parlano a bassa voce con le amiche, cercano notizie sul web, ne parlano poco con la ginecologa, faticano a pronunciare quella parola.
Il vissuto è personale per cui la mestruazione ha un significato che varia da donna a donna ed è in relazione alle sue credenze, al tipo di società in cui vive. È un evento naturale, talvolta doloroso o fastidioso, ma necessario; è costoso perché costringe ad utilizzare assorbenti, coppette e, nella nostra cultura, saponi speciali, profumi; è un appuntamento che dona sicurezza della propria femminilità; è la delusione per la mancata gravidanza. E anche le donne che non hanno cicli regolari vivono l’assenza come una presenza costante. Oggi, molte ragazze vivono le mestruazioni come un impedimento alle attività quotidiane (sport, scuola); alcune si sentono “sporche”. Ma il ciclo mestruale è un fenomeno naturale, che dalla pubertà interessa tutte le donne per circa 40 anni della vita (inizia ad un’età compresa tra gli 1114 anni (menarca) e si interrompe alla menopausa, intorno ai 50 anni) per un totale di 400-450 cicli. Vale la pena di saperne qualche cosa di più, anche per eliminare tabù e false convinzioni.
Che cosa è la mestruazione?
È l’espulsione all’esterno di un fluido composto da sangue, muco cervicale, secrezioni vaginali, acqua e tessuti organici endometriali che si sono distaccati dalla cavità uterina interna per lo sfaldamento provocato da meccanismi ormonali. La regolarità di questo fenomeno è assicurato da un preciso controllo che coinvolge alcune strutture:
- L’ipotalamo, una parte del cervello che attraverso l’ormone GnRh (fattore di rilascio delle gonadotropine) spinge l’ipofisi a produrre ormoni che impartiscono ordini all’ovaio. Ecco perché le emozioni elaborate nel cervello possono agire alterando questo meccanismo.
- L’ipofisi, una piccola ghiandola posta sotto gli esmisferi cerebrali che – obbedendo all’ipotalamo – produce FSH (ormone follicolo stimolante) e LH (ormone luteinizzante), dette gonadotropine, in grado di comandare l’attività dell’ovaio.
- Le ovaie, piccole ghiandole che contengono il patrimonio genetico della donna, gli ovociti; inseriti in una struttura chiamata follicolo. Ogni 13-14 giorni circa, un follicolo matura grazie all’FSH, e libera un ovulo (grazie all’LH) pronto ad essere fecondato. Nello stesso tempo produce l’estradiolo (estrogeno) che predomina nella prima parte del ciclo e che rende la donna euforica, con pelle e capelli ben nutriti, occhi splendenti e, nella seconda parte del ciclo, il progesterone, che prepara l’endometrio, cioè il tessuto che riveste la cavità dell’utero, ad accogliere l’ovulo eventualmente fecondato, contrastando le azioni dell’estrogeno. Se la fecondazione non avviene, gli ormoni (estrogeno e progesterone) diminuiscono in modo notevole e a ciò segue la caduta del tessuto endometriale che doveva funzionare da comodo cuscino per l’impianto dell’embrione: ecco che si verifica la mestruazione.
Dunque la mestruazione dà alla donna un messaggio ben preciso: vi è stata una ovulazione ma non si è instaurata una gravidanza. Per ciclo mestruale si intende la distanza, calcolata in giorni tra l’inizio di una mestruazione e quella successiva.
Caratteristiche del flusso e possibili alterazioni
- Il ritmo. Non è uguale per tutte le donne. Un ciclo è considerato normale se è compreso tra i 23 e i 35 giorni. Sotto o sopra questi numeri possiamo immaginare vi sia qualche irregolarità degli ormoni e dunque un’anomala funzione dell’ovaio. Alterazioni: amenorrea, se il flusso mestruale manca da almeno tre mesi; oligomenorrea, se la mestruazione si presenta, in un anno, invece che 11-12 volte, con minor frequenza; polimenorrea, se la mestruazione si presenta con una frequenza minore a 2223 giorni, talvolta ogni 15 giorni (in questo caso sappiamo che non vi può essere ovulazione); spotting, ovvero piccole perdite ematiche che si verificano spesso in fase ovulatoria o pre e post mestruale, non sempre hanno un significato di malattia.
- La durata. Varia da 3 a 7 giorni. Se dura più di 7 giorni si parla di meno-metrorragia.
- La quantità. Ad ogni ciclo si perdono da 35 a 80 ml di sangue, con una media di 50 ml che corrisponde a circa mezzo bicchiere d’acqua. Dunque non vi è un pericolo di emorragia, come alcune donne credono. Ovviamente vi sono donne che hanno un flusso minore e altre molto più abbondante. Alterazioni: ipomenorrea, se il flusso è scarso e di ridotta durata; ipermenorrea, se il flusso è più abbondante; menorraggia, se vi è una perdita anomala inaspettata.
- Il colore del flusso non è da solo la spia di alcun problema: rosso vivo o tendente allo scuro è, solitamente, in relazione alla quantità e alla velocità di espulsione del sangue mestruale.
Diario mestruale
Nella mia pratica clinica, alla domanda “Quando ha avuto l’ultima mestruazione?”, la donna spesso risponde in modo vago e poco preciso. Per la ginecologa è invece una informazione molto utile. È importante dunque annotare le date dei cicli, registrando il giorno di inizio, la durata, la quantità, il dolore eventuale (dismenorrea) e qualsiasi notizia che possa aiutare a capire come si comportano gli ormoni. Oggi si possono utilizzare numerose app, semplici e funzionali.